Il terapeuta “IDIPSI” può essere paragonato a un artista del ‘nuovo rinascimento’ che lavora nella sua bottega e svolge un’attività artigianale di comunicazione. In questa attività nella quale cerca attraverso un rapporto umano l’altra persona con l’obiettivo di ‘estrarne’ le forze, le risorse e le esperienze che si trovano nel suo profondo nascosto, nell’ombra della sua esistenza umana; vuole scoprire le epifanie della persona ed esplorarne i sogni, progetti impacchettate dentro la sua esperienza. In quanto artista è pieno d’entusiasmo, curiosità e cerca il confronto e la condivisione con altri colleghi. Cerca di collaborare e condividere con altri colleghi il sapere acquisito e le tecniche sviluppate, con l’obbiettivo di personalizzarle, nonché da lì svilupparne delle nuove. Per “l’artista del rinascimento” l’espressione del sé diventa arte con l’obiettivo di poterla condividere con gli altri. Cristina Koch, nota psicologa milanese, spiega quale sia la caratteristica chiave del Rinascimento nel suo libro Counseling: “Il mondo del Rinascimento, come ci insegna Leonardo, è modellato sulla persona umana, sulle sue misure e, dunque, su come si prendono le misure del mondo.” Le misure della persona sono un’espressione della sua unicità, la quale si trova nel centro dell’attenzione dell’“artista” IDIPSI. Conoscerla crea un senso profondo riguardo la sua vita, arricchendo la sua conoscenza e lo contagiandolo nel suo profondo. L’identità della persona e la sua individualizzazione affascinano il nostro “artista”; lui sa che le misure dell’essere umano si possono comprendere solo intendendo il processo della nascita dell’unicità e della sua evoluzione nelle relazioni umane. “La mente individuale può esistere solo in relazione ad altri menti attraverso significati condivisi” (George H. Mead, 1934).
Le complessità dei contesti sociali e delle relazioni sono il suo pane quotidiano. Per sviluppare lo spazio individuale dentro di sé, che permette di esprimere con spontaneità e creatività la propria unicità e darle una forma, la persona deve prendere le distanze di fronte alle convenzioni, ai ruoli sociali e attributi sociali del proprio carattere. Questo processo non si svolge attraverso un monologo con sé stesso, piuttosto mediante un dialogo nell’ambito di una comunità di appartenenza.” The large self-appeal to the large community.” (G.H.Mead,1934). “The large community” rappresenta una comunità che sostiene l’autonomia e la responsabilità della persona nella sua ricerca della propria unicità. “L’espressione del sé come arte” necessita una comunità per svilupparsi e deve essere condivisa in un contesto di scambio.
Il nostro artista possiede nel suo cassetto, come ogni buon artigiano, attrezzi quali tecniche e teorie tra cui scegliere la più adatta per mettersi in contatto con l’altra persona. Il lavoro dell’artista IDIPSI si basa in primo luogo su certi presupposti e in secondo su determinate skills.
Presupposti
– La persona è unica e sviluppa la sua unicità in un processo di individualizzazione. Lo sviluppo dell’identità è radicato e nutrito dalle comunità di appartenenza della persona e dipende dalle sue relazioni. Più una comunità pratica la comunicazione congruente, ovvero la comunicazione con la quale ogni persona vive il permesso di dire che cosa sente, pensa, vede e contemporaneamente ascolta gli altri, più l’autostima dei partecipanti è alto e più l’individualizzazione è possibile. In questo senso l’evoluzione della persona è sempre co-evoluzione, attraverso lo sviluppo anche degli altri.
– L’essere umano è un tutt’uno: la parte fisica, mentale e spirituale appartengono ad un unico tessuto che non contiene un prima e un dopo, un fuori e un dentro. La persona è composta da tanti parti e voci. È possibile concepirla come un’associazione di cui membri si possono dare più o meno voce o si possono espellere. La comunicazione interna fra i membri può assumere tratti di conflittualità che rendono difficile la vita alla persona. La base della conflittualità cronica interna è rappresentata da rigide regole acquisite.
– Lo sviluppo dell’identità può fallire e prendere forme di alienazione e di distorsione (sintomi). Queste alienazioni sono espressioni di una comunicazione conflittuale non risolta fra persone. La relazione annodata blocca anche la comunicazione interna delle persone coinvolte, il dialogo fra sé e sé, eventualmente assumendo forme patologiche.
– La danza della terapia è una danza tra numeri uno: la forza, l’energia, la vivacità, la grandezza ed il valore delle persone è al centro dell’interesse del terapeuta. Cercare le parti di forza dona autorevolezza alla persona e la pone in una posizione eretta, caratterizzata da un’autostima alta. Cercare il potere personale delle persone mediante il “poter fare”, da passione alle loro azioni.
– La terapia è un atto creativo. Il terapista cerca di conoscere la persona attraverso domande. Egli deve scoprire cose non ancora conosciute, percorrendo vie nuove. L’obiettivo del lavoro non è quello di aumentare le alternative di scelta della persona, piuttosto quella di inventare qualcosa di nuovo, di dare spazio alla creatività e alla spontaneità.
Skills
– La prima capacità fondamentale è quella di sapersi relazionare con il paziente avendo come obbiettivo quello di costruire una relazione di fiducia usando correttamente tutti i canali della comunicazione; corporei, verbali e simbolici.
– Il saper identificare le forze e le risorse della persona per accedere e scoprire i diversi strati d’esperienza che si trovano nell’ombra della sua esistenza, nonché il rilevare le eccezioni alle abitudini nella esperienza del soggetto, mediante l’individuazione delle epifanie dell’individuo, che si nascondono nei campi delle forze che sono in conflitto fra di loro, sono capacità fondamentali per qualsiasi terapeuta.
– La persona è fatta di tante parti (voci, personaggi)). Saper identificare le parti di una persona che sono in conflitto tra di loro ed essere in grado di impostare un dialogo tra loro in un modo che possa portare a nuove soluzioni nella comunicazione interna. Questo deve avvenire prendendo in considerazione il contesto sociale, le relazioni importanti della persona e il gioco intenso fra comunicazione esterna ed interna delle persone.
– Essere in grado di lavorare con i processi e non con i contenuti.
– Avere la capacità di verificare l’ecologia del cambiamento; la trasformazione di una persona è sempre un processo di co-evoluzione, nel senso che altre persone sono coinvolte.
– Saper creare “pratiche di comunità” per creare speranze concrete nella realtà delle persone, come ad esempio il metodo della testimonianza di M. White o il lavoro triadico di V. Satir.
– La capacità di lavorare su diversi livelli dell’esperienza umana:
- Il livello corporeo; sensazioni, movimento e orientamento nello spazio. Attraverso il metodo della awareness, l’identificazione, la drammatizzazione e il dialogo.
- Il livello dell’enactment, cioè azioni concrete, movimenti significativi.
- Il livello del linguaggio e della comunicazione verbale, ovvero la comunicazione congruente ed incongruente nelle azioni comunicative orientate alla comprensione.
- Il livello narrativo.
– La capacità di apprendimento personale; farsi artista in prima persona, saper modellare a piacere la propria esistenza, giocare con i pensieri, vestiti e altri espressioni personali. Far diventare unico e speciale la propria persona per sviluppare la propria “self-superiority” (G. H. Mead) e aumentare la propria congruenza nella comunicazione, esprimendo quello che la persona sente, pensa e vede nello scambio con gli altri e prendendosene la responsabilità (persona etica).
Bibliografia
James I.Kepner, Body process, 2007,Milano, FrancoAngeli
Maria Cristina Koch, Counseling, 2018, Milano, Guerini.
Maurice Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, 2014, Milano, Bompiani.
George H. Mead, Mente, sé e società (1934), 1966, Firenze, Giunti.
Frederick S. Perls, La terapia gestaltica, 1969, Roma, Casa Editrice Astrolabio.
Virginia Satir, In famiglia…. come va?, 2015, Acqui Terme, Impressioni Grafiche.
Daniel N. Stern, Il mondo interpersonale del bambino, 1992, Torino, Bollati Boringhieri.
Michael Tomasello, Le origini della comunicazione umana, 2008, Milano, Raffaello Cortina Editore.
Michael White, La terapia come narrazione, 1992, Roma, Casa Editrice Astrolabio.
Ludwig Wittgenstein, Ricerche filosofiche (1953), 2009, Torino, Einaudi
Wolfgang H.Ullrich,Maria Bosch, Die entwicklungs-orientierte Familientherapie nach Virginia Satir
Wolfgang H.Ullrich, Posso essere felice, 2019, Milano, Guerini